L’evento più importante e significativo del Meeting di Rimini, direi quello centrale, è la mostra sul beato Livatino. Sono personalmente legata alla sua straordinaria vicenda per un fatto che ho scritto nel libro a cura de Il Timone e di cui trovate gli estremi a questo link. Voglio ricordare il grande lavoro di questi anni degli amici del Centro Studi Rosario Livatino, tutti quanti, a partire da Alfredo Mantovano e Mauro Ronco, senza i quali la storia del giudice beato Rosario Livatino sarebbe restata sconosciuta ai più.
Un nuovo modo di conoscere la Russia, al di là dei luoghi comuni e delle semplificazioni delle quali è spesso vittima, soprattutto da quando è iniziata la guerra contro l’Ucraina. Un’iniziativa importante, portata avanti da Stefano Maria Capilupi, Professore Associato presso l’Accademia Russa Cristiana di Scienze Umanistiche di San Pietroburgo, e autore di diverse pubblicazioni. Se vuoi saperne di più, continua a leggere l’articolo di Marta Ottaviani su Avvenire.
Anche – ma non solo – per poter votare con maggiore consapevolezza, è bene sapere quel che sta succedendo in Russia, per quel che si può, intanto che la guerra di aggressione all’Ucraina va avanti, con sempre meno spazio nei media.
C’è un mondo in Russia che si oppone al regime, un mondo beatamente ignorato dal mainstream occidentale, anche grazie alla possente opera di inquinamento della nostra opinione pubblica da parte del regime putiniano.
Ho purtroppo un’età per cui posso dire di essere cresciuta con il samizdat dell’Est, e mi pare veramente surreale vedere adesso tanta indifferenza verso i dissidenti della dittatura russa dei giorni nostri, indifferenza quando non incredibile – nel senso che proprio non si può credere – giustificazione, se non ammirazione, anche da parte di certo mondo cattolico che all’epoca si mostrava attento e sensibile.
Eppure alla vigilia dell’invasione dell’Ucraina la Russia di Putin ha mostrato chiaramente il suo volto con la chiusura di Memorial, la più antica e famosa ong per la difesa dei diritti umani, fondata dal premio Nobel Sacharov. Una chiusura nell’indifferenza dell’Occidente, e non credo che oggi siano tanti quelli che lo sanno.
Lo voglio ricordare qui, con l’articolo di fine dicembre scorso di Marta Ottaviani.
Le liste dei candidati PD di cui stanno uscendo adesso i nomi confermano la geografia elettorale: il centro è presidiato da Calenda&Renzi, autonominatisi “terzo polo”, quindi Letta si posiziona nettamente a sx, e si è fratoiannizzato per cercare di recuperare chi, di quell’area più estrema, non è più andato a votare oppure ha votato cinquestelle. L’area dei nuovi diritti individuali è ampiamente presidiata da +Europa, e a conferma c’è Zan capolista a Padova: per questo possono anche fare a meno della Cirinnà, che potrà d’ora in poi dedicarsi al suo esoso quadrupede.
Molto più che negli altri anni l’esito delle elezioni dipenderà dalla composizione delle liste della dx: se ci saranno nomi divisivi, nella direzione di una radicalizzazione, molti indecisi guarderanno alle liste Calenda&Renzi. Questo vale sia nell’alleanza complessiva della dx, che nel confronto interno Meloni-Salvini.
La sx sa che il distacco con la dx è incolmabile. Ma scommette sulla breve durata del nuovo governo: un anno al massimo, poi nuova maggioranza di unità nazionale. Le elezioni fissate da Mattarella nella prima giornata possibile hanno l’obiettivo di far firmare la finanziaria al nuovo governo, con tutte le conseguenze che ne derivano. E sarà Mattarella poi a prendere le sue decisioni in una eventuale crisi di governo – sciogliere o no le camere, dare l’incarico da primo ministro, etc.
Ricordo che la Meloni avrebbe preferito Draghi Presidente della Repubblica, e se così fosse stato non avremmo avuto per altri sette anni un Presidente targato PD. Stavolta si poteva fare, ma ricordo anche che a voler fortemente che Draghi rimanesse presidente del Consiglio – votando Mattarella – sono stati 5stelle e Lega, che poi, dopo aver detto che la sua presenza al governo era irrinunciabile, alla prima occasione l’hanno mollato.
Segnalo questo bellissimo commento del Card. Zuppi su Avvenire, una riflessione che abbraccia e giudica la realtà tutta quanta, a partire dalla festa dell’Assunzione di domani.
Tutta la puntata di In Onda su La7 a parlare del pericolo fascista, dell’opportunità di togliere la fiamma dal simbolo di FdI etc. etc., con Galli della Loggia che cerca invano di spiegare che così la sx si prepara a perdere le elezioni….se a sx continuano la campagna elettorale con il ‘pericolo fascista’ alle porte Giorgia Meloni può smettere di far campagna elettorale e vince al 40%.