16 Agosto Geografia elettorale
Le liste dei candidati PD di cui stanno uscendo adesso i nomi confermano la geografia elettorale: il centro è presidiato da Calenda&Renzi, autonominatisi “terzo polo”, quindi Letta si posiziona nettamente a sx, e si è fratoiannizzato per cercare di recuperare chi, di quell’area più estrema, non è più andato a votare oppure ha votato cinquestelle. L’area dei nuovi diritti individuali è ampiamente presidiata da +Europa, e a conferma c’è Zan capolista a Padova: per questo possono anche fare a meno della Cirinnà, che potrà d’ora in poi dedicarsi al suo esoso quadrupede.
Molto più che negli altri anni l’esito delle elezioni dipenderà dalla composizione delle liste della dx: se ci saranno nomi divisivi, nella direzione di una radicalizzazione, molti indecisi guarderanno alle liste Calenda&Renzi. Questo vale sia nell’alleanza complessiva della dx, che nel confronto interno Meloni-Salvini.
La sx sa che il distacco con la dx è incolmabile. Ma scommette sulla breve durata del nuovo governo: un anno al massimo, poi nuova maggioranza di unità nazionale. Le elezioni fissate da Mattarella nella prima giornata possibile hanno l’obiettivo di far firmare la finanziaria al nuovo governo, con tutte le conseguenze che ne derivano. E sarà Mattarella poi a prendere le sue decisioni in una eventuale crisi di governo – sciogliere o no le camere, dare l’incarico da primo ministro, etc.
Ricordo che la Meloni avrebbe preferito Draghi Presidente della Repubblica, e se così fosse stato non avremmo avuto per altri sette anni un Presidente targato PD. Stavolta si poteva fare, ma ricordo anche che a voler fortemente che Draghi rimanesse presidente del Consiglio – votando Mattarella – sono stati 5stelle e Lega, che poi, dopo aver detto che la sua presenza al governo era irrinunciabile, alla prima occasione l’hanno mollato.