quando Fini difendeva la 40 e celebrava la giornata della vita insieme ai vescovi

quando Fini difendeva la 40 e celebrava la giornata della vita insieme ai vescovi


Gianfranco Fini vuole diventare Presidente della Repubblica, e per questo si è messo a fare il “laico”, sperando di allargare la platea dei suoi sostenitori, anche a sinistra (ma poi a destra lo voteranno?).

Paola Binetti, sabato, gli ha scritto una lettera aperta, ricordando una lettera che Fini aveva scritto al Corriere della Sera dieci anni fa.

Di seguito potete leggere l’articolo e la lettera di Fini, un Fini vecchia maniera, potremmo dire versione 1.0. Molto interessante, da leggere tutta.

Sia chiaro: il problema non è cambiare idea. Ma se un personaggio pubblico la cambia così radicalmente in poco tempo, dovrebbe innanzitutto spiegare il percorso che ha seguito, far capire per quale motivo adesso dice l’opposto di quello che diceva pochi anni fa: insomma, non può far finta di niente, e di punto in bianco fare una giravolta di 180 gradi, senza spiegare niente, altrimenti è ovvio per tutti noi pensare che non crede a quel che dice, ma che fa solo quello che ritiene utile alla sua carriera personale (ammesso e non concesso che poi veramente gli convenga).

Dal sito de Il Corriere della Sera  

 
Pagina 001.017 (2 febbraio 1999) - Corriere della Sera
 
  Procreazione assistita

Una lettera di Fini "Niente donazione alle coppie di fatto"

Procreazione assistita Una lettera di Fini "Niente donazione alle coppie di fatto"

Caro direttore,

la legge sulla procreazione assistita è attesa da anni per mettere ordine negli interventi genetici sulle cellule germinali; per evitare i casi delle mamme - nonne, o peggio le ipotesi di realizzazione di monstra o di clonazioni; in definitiva, per regolamentare in modo certo il concepimento non naturale.

Com' è noto, gli articoli che vengono sottoposti al voto dei deputati, dopo l' approvazione con un ristretto margine dalla commissione Affari sociali, consentono la procreazione eterologa, cioè con i gameti di "donatori" estranei alla coppia, la ammettono anche tra le coppie di fatto, e tutelano l' embrione in modo subordinato rispetto agli altri soggetti che intervengono nel procedimento.

Si tratta di soluzioni che Alleanza nazionale non condivide: per questo, unitamente ad altri deputati del Polo, ha presentato degli emendamenti tesi a permettere l'accesso alle tecniche soltanto alle coppie di coniugati, a impedire la "donazione" di gameti estranei alla coppia, a impiantare un numero di embrioni corrispondenti a quelli che dovranno nascere, a vietare la sperimentazione sui nascituri.

Questa posizione non deriva da suggestioni confessionali, dal momento che non è la fede ma la natura che affida a un atto personale e cosciente la trasmissione della vita. La natura ha a sua volta un' eco significativa nella Costituzione, che all' art. 30 riconosce la collocazione naturale dei figli all' interno della famiglia e all' art. 29 descrive la famiglia come la società naturale fondata sul matrimonio.

L' INTERVENTO DEL PRESIDENTE DI AN Fini: no a genitori con legami occasionali

"La convivenza non può essere equiparata per tutto alla famiglia Il figlio non è un oggetto da acquisire ad ogni costo ma un soggetto da amare e al quale offrire garanzie" .

Ciò non significa discriminare le convivenze: significa che la convivenza non può essere equiparata, in tutto e per tutto, alla famiglia, così come è descritta dalla Costituzione. Se può accadere che un figlio non viva con il padre o con la madre per ragioni accidentali, come la morte di uno dei coniugi, o la separazione o il divorzio, questo non vuol dire che si possa programmare in anticipo un legame fra i genitori frammentario e occasionale: il figlio non è un "oggetto" da acquisire a ogni costo, ma è un "soggetto", da rispettare e da amare, e al quale garantire, per legge di natura espressamente riconosciuta dalla Carta costituzionale (art. 30), quel mantenimento e quell' educazione che soltanto il padre e la madre insieme, in virtù di un legame stabile, sono in grado di assicurare.

La fecondazione eterologa incontra riserve ancora maggiori. Quando vi è la donazione del seme o dell' ovulo (o di entrambi) da parte di soggetti estranei alla coppia, la figura dei genitori si scinde dalla figura dei coniugi: essere genitori non equivale, o equivale solo in parte, a essere coniugi. La struttura familiare viene spezzata e la stessa identità del concepito è compromessa, dal momento che costui finisce per avere una identità biologica che non coincide con quella sociale. Poiché ciascuno di noi ha il diritto di sapere di chi è figlio, quando il soggetto nato da eterologa conosce le modalità con le quali è venuto al mondo, incontra serie difficoltà nel rapporto con i genitori, uno dei quali, almeno, è putativo, mentre il donatore resta ignoto.

Va infine tutelata la vita umana dal concepimento, impedendo la distruzione degli embrioni: è imminente la ricorrenza della Giornata per la vita, che si celebra da oltre vent' anni per iniziativa della Conferenza episcopale italiana, al fine di richiamare l'attenzione di tutti sui temi dell' accoglienza del nascituro e dell' aiuto alla gestante.

Alleanza nazionale si unisce a questa celebrazione con un convegno europeo che si svolgerà sabato prossimo ad Assisi con la partecipazione di rappresentanti dei movimenti per la vita e di politici di altre nazioni europee particolarmente impegnati su questo fronte: il riconoscimento che l' uomo è persona fin dal primo istante, e come tale non è strumentalizzabile da nessuno e per nessun motivo, deve diventare una base comune di condivisione per l' intera Europa, partendo dall' Italia.

Mi auguro che il voto inizi realmente oggi, e che si concluda nei prossimi giorni senza ritardi: è ben strano che la discussione alla Camera si sia aperta nel luglio dello scorso anno e non sia più ripresa. Buona parte della sinistra preferisce l' anarchia normativa a una regolamentazione seria: la prospettiva che ai voti del Polo si sommino quelli dei Popolari, di parte della Lega e di altri deputati non obbedienti a logiche di schieramento, e che quindi sia approvata una buona legge, rende possibili ulteriori tentativi di insabbiamento. Alleanza nazionale è pronta a denunciarli con forza: un Parlamento che intenda assumere fino in fondo le sue responsabilità non può più assecondare acriticamente il trionfo della tecnica, ne' stendere tappeti alla sperimentazione senza limiti, ma deve preoccuparsi di aiutare in concreto l' uomo e la donna che soffrono, fissando precisi paletti normativi per far sì che il progresso scientifico non sia antitetico alla persona, ma contribuisca ad alleviarne il dolore.

Mi auguro pure che, benché per questo tipo di leggi il Regolamento della Camera consenta il voto segreto, nessuno lo chieda: su temi di tale delicatezza, in base ai quali si forma il giudizio degli elettori, gli italiani hanno il diritto di conoscere con chiarezza quali scelte operano i propri rappresentanti. Invocare, a sostegno del voto segreto, la tutela della libertà di coscienza suona ipocrita; è noto che, se fossero approvati gli emendamenti del Polo, cesserebbero gli affari multimiliardari di chi finora ha approfittato del Far West della biogenetica: non e' il caso di lasciare alle lobby spazi di manovra che traggano profitto da un voto anonimo.

Gianfranco Fini * presidente di Alleanza Nazionale