E’ arrivata la bufera (zapatera)

E’ arrivata la bufera (zapatera)


Hanno vinto Stella & Rizzo, i fustigatori della Casta, quelli che lavorano per la Casta vera, i padroni dei Corrierone: tanto per capirci, i banchieri, i tecnocrati, i confindustriali padroni del Corrierone e amici dei padroni suddetti.

A Grillo i voti glieli hanno portati loro, non è stato il comico a guadagnarseli. Sarebbe rimasto con percentuali da prefisso telefonico o poco più, se non fosse stata scatenata una feroce campagna dai principali centri di potere mass-mediatico, e pure da tutti quelli che, per vendere qualche copia in più dei loro inutili giornaletti, hanno portato il cervello all’ammasso e hanno cavalcato la demonizzazione dei partiti insieme a un’ondata moralista che anche i più convinti puritani se la sognano. Cromwell, in confronto, era un liberale.

Per mesi e mesi il problema dell’Italia è stato lo stipendio dei parlamentari (meno di 5000 euro al mese, al netto), insieme alle personali e private abitudini sessuali di Berlusconi.

Pagine e pagine di giornaletti di tutti i colori politici, destra, sinistra e centro – ma sempre guidati dall’ammiraglia del Corriere del Potere – hanno tuonato contro il Male Assoluto, cioè i partiti, possibilmente di centro-destra, oramai sinonimo di corruzione, malgoverno, e ricettacolo di tutti i mali possibili.

I buoni, sono gli altri. Quelli fuori dai partiti, che si sentono così bravi, onesti, puri, mai parcheggiato in seconda fila, mai un dito nel naso, mica fanno rumore quando sorseggiano elegantemente la minestra, mai saltata una fila, quelli che quandosimettonoafarepolitica, ossignoramia MAQUANTOSARANNOBRAVI, perché, si sa, tutti questi che sbraitano si sentono così capaci, così pronti a fare politica, così abili, hanno la ricetta in tasca per tutto, basta farceli entrare, in parlamento, o anche solo in consiglio comunale.

E sai poi, che meraviglia.

Il risultato è quello di stasera: sta arrivando Zapatero, cari miei.

Non è il Pd che ha vinto, anche se, chiaramente, ha perso meno del PdL. Sta arrivando Zapatero nella versione peggiore – casomai ne fosse possibile una peggiore di quella spagnola.

Quando lo zapaterismo entrerà in parlamento – perché ci entrerà, ci entrerà, vedrete – saranno tutti pronti e rassegnati.

Basta vedere il mite Hollande, il moderato francese, che ha rassicurato persino i mercati, salutato dai nostri TG insieme alla sua compagna come “la prima coppia di fatto all’Eliseo, e anche questo è un segno dei tempi”, e che per prima cosa ha confermato che, prima dei provvedimenti economici, benedirà laicamente il matrimonio omosessuale e l’eutanasia.

In Italia, quando con le prossime elezioni arriverà lo zapaterismo, tutti saranno pronti a chinare il capo, anche i cattolici, impegnati a purificarsi dal periodo berlusconiano, che non alzeranno neppure la testa. E nessuno più si impegnerà in battaglie politiche e pubbliche. Ci saranno testimonianze personali,  qualche dichiarazione e qualche articolo, ma di battaglie, niente più: del referendum sulla legge 40 e del Family Day, o della battaglia parlamentare su Eluana Englaro e del decreto governativo che l’avrebbe salvata, rimarrà solo un ricordo confuso.

E i cattolici, come è evidente dai risultati di queste elezioni, si avviano verso una serena irrilevanza.