a proposito della Consulta su Cappato e dj Fabo

a proposito della Consulta su Cappato e dj Fabo

“Il Nuovo Mondo in cui viviamo non è solo quello degli inediti schieramenti politici, e continua ad andare avanti. Fatti nuovi accadranno e nuovi contenziosi già si stanno ponendo.E la politica, inevitabilmente, sarà chiamata a prendere posizione”: scrivevo questo il 3 giugno scorso, dicendo che sarebbe stato inevitabile per il governo e il parlamento occuparsi dei temi eticamente sensibili.

Chiunque conosca realmente queste tematiche sa bene che non è possibile fermarle semplicemente dicendo che c’è la “pace bioetica” e quindi il governo non se ne occuperà.

E la sentenza di oggi della Consulta sul caso Cappato è l’ennesima conferma: il parlamento ha un anno di tempo per legiferare sul suicidio assistito, fine vita, etc. Dopodichè, fra un anno, comunque la Consulta si pronuncerà.

I 5stelle già sono pronti, mentre la Lega tenta di tergiversare dicendo che nel contratto di governo non c’è scritto niente su questo.

Di seguito l’agenzia che ne riferisce:

Dj Fabo: M5s apre, Parlamento affronti tema; l’alt della Lega = (AGI) – Roma, 24 ott. – Dopo l’invito della Corte costituzionale ad intervenire sul fine vita un altro fronte potrebbe aprirsi nella maggioranza. Il Movimento 5 stelle nei prossimi giorni depositerà una proposta di legge per depenalizzare il reato per suicidio assistito ma la Lega ha già fatto capire all’alleato di governo che l’argomento non è nel contratto di governo. Al momento i gruppi pentastellati non hanno discusso in questa legislatura sul fine vita ma un dibattito potrebbe essere chiesto anche da esponenti vicini a Di Maio. Per ora è il presidente della Camera, Fico, a chiedere attenzione e sensibilità sull’argomento, ma tra i grillini c’è la tentazione di andare oltre il contratto anche perché – spiega un esponente M5s – si tratta di temi etici sui quali dovrebbe valere la libertà di coscienza. Il tentativo potrebbe essere quello di ricercare maggioranze variabili, in particolare con Leu e il Pd, per cercare di arrivare ad una proposta unica. “Nella scorsa legislatura la legge sul testamento biologico è stata una conquista di civiltà ottenuta grazie all’impegno del collega Mantero. Il Parlamento non può ora non affrontare il tema dell’eutanasia, finalmente con una discussione da Terza Repubblica, senza paura e senza ideologie”, sottolinea Giuseppe Brescia (M5s), presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera. Dovrebbe essere proprio Mantero a depositare nei prossimi giorni una proposta di legge.

Il rischio ora è che, per paura della patata bollente, si perda l’anno e si eviti di legiferare, con la comoda prospettiva di dare poi la colpa alla Corte Costituzionale, e lasciare fare a lei. Invece una legge andrebbe fatta per evitare di lasciare mano libera fra un anno alla Consulta che, a quel punto, avrebbe ragione di intervenire anche pesantemente, vista l’inerzia del parlamento.

La storia insegna: con il caso Englaro la Consulta chiese al parlamento di fare una legge sul fine vita e il governo Berlusconi tentò di limitare i danni con la “legge Calabrò”, purtroppo bloccata ad un passo dall’approvazione finale “grazie” al governo Monti.

Comunque adesso il tema dell’ eutanasia e del suicidio assistito è ufficialmente sdoganato nel dibattito pubblico, con parole chiare (senza più mimetizzarsi dietro il “rifiuto dei trattamenti salvavita”), e vedremo come si comporteranno i partiti.

Intanto la legge sul biotestamento, che all’eutanasia aveva aperto le porte, va avanti senza contestazioni, oramai senza più neppure il tentativo di inserire l’obiezione di coscienza.

Sull’utero in affitto abbiamo già tristemente visto: sulle registrazioni all’anagrafe dei bambini nati da utero in affitto è calato il silenzio. Stiamo ancora aspettando il parere dell’Avvocatura dello Stato che il Ministro degli Interni, mesi fa, ha detto di avere chiesto. Evidentemente non aveva fretta.

D’altra parte sull’utero in affitto ci sono tre cose che si possono fare, subito, concretamente: intervenire sulle trascrizioni degli atti di nascita, modificare il comma 20 della legge Cirinnà e usare il codice penale per perseguire chi ha fatto utero in affitto all’estero; non è infatti necessario istituire il cd “reato universale” per l’utero in affitto, perché già adesso, con l’art.9 del codice penale, se il governo volesse, potrebbe perseguire il reato all’estero. Ma la politica è assente.