Vaccini e adolescenti _due

Vaccini e adolescenti _due

Una volta chiarito il criterio in base al quale il Comitato Nazionale per la Bioetica ha costruito il parere “Vaccino e adolescenti” (v. post qua sotto), entro nel dettaglio del documento, viste anche le obiezioni che ricorrono spesso.
1. Questo parere NON dice che gli adolescenti (12-17 anni) possono scegliere autonomamente se vaccinarsi. Se lo dicesse, dovrebbe anche proporre di abbassare l’età del consenso, cosa che non fa.
2. Dopo aver spiegato perché vaccinarsi è bene anche per un adolescente, il parere affronta la problematica etica principale per un minore a cui viene somministrato un trattamento sanitario: il suo consenso. Fino all’età di 18 anni, legalmente vale quello dei suoi genitori (o del rappresentante legale). Ma dalla Convenzione ONU sui diritti dei bambini e degli adolescenti, fino alla legge 217 sul consenso informato e DAT, e passando per l’art. 336 bis del codice civile, si dice dell’ascolto e coinvolgimento del minore in tutte le decisioni che lo riguardano. Il che significa, in breve, che quel che lui dice è importante e conta, proporzionalmente alla sua età e al suo grado di maturità, e deve essere ascoltato nei Tribunali nelle decisioni che lo riguardano. E’ il giudice che decide in caso di contrasto che coinvolge un minore, e lo fa dopo aver sentito il minore, per legge.
3. Abbiamo quindi affrontato tre possibili problemi, cioè tre possibili situazioni di dissenso fra adolescenti, medico e genitori dando un criterio di giudizio dal punto di vista etico: se il dissenso arriva fino al giudice, quello sarà il criterio eticamente corretto che secondo noi dovrebbe utilizzare il giudice per decidere. Se il dissenso non arriva al giudice, è evidente che genitori e figli se lo risolvono fra loro, senza consultare un giudice.
4. Quindi noi diciamo che se l’adolescente si vuole vaccinare, è giusto che si vaccini anche se i genitori sono contrari, perché questo corrisponde al suo bene, dal punto di vista della salute personale e di quella pubblica.
5. Che il parere NON sia incentrato sull’autodeterminazione, si vede da quello che abbiamo scritto per il minore che NON si vuole vaccinare quando invece lo vogliono i genitori: noi siamo contro un trattamento obbligatorio in questo caso (no al TSO vaccinale, per intenderci, anche se i genitori vogliono il vaccino), ma poiché le scelte di vaccinarsi e no non sono uguali, diciamo che in questo caso bisogna mettere in atto misure per salvaguardare la salute pubblica, e facciamo due esempi concreti, come la DAD per la scuola e i tamponi per le attività ricreative, e chiediamo che per i minori i tamponi siano gratuiti. Cioè: chi non si vaccina se ne assume la responsabilità e deve prendere più precauzioni di chi si è vaccinato, quando esce da casa e va nei luoghi pubblici, compresa la scuola.
6. Cioè le scelte di vaccinarsi o non farlo NON sono equivalenti eticamente, come sarebbero invece se l’autodeterminazione dell’adolescente fosse prevalente.
7. Se invece la vaccinazione è indicata clinicamente, quindi dal medico, e i genitori si oppongono, il giudice dovrà attenersi alle evidenze scientifiche per decidere se vaccinare o no.
8. Da ultimo: la salute pubblica NON è un generico benessere collettivo. E’ questione di salute, di vita o di morte per la collettività perché siamo in una pandemia, che non è ancora finita. Ci sono persone che non si sono potute vaccinare per motivi medici o che non rispondono al vaccino: hanno diritto ad essere tutelate e ciascuno di noi può farlo con comportamenti responsabili, inclusa la vaccinazione. Vogliamo uscire o no dalla pandemia?