Togliatti, il forum delle famiglie e gli asili nido

Togliatti, il forum delle famiglie e gli asili nido


Un anno fa scrivevo tutto il mio sconcerto per i ringraziamenti del Forum della Famiglie a Mario Monti. Speravo che fosse solo uno sbandamento "una tantum". Ma oggi, dopo aver letto l’intervista dell’amico Belletti su Avvenire, con grande dispiacere di nuovo non sono d’accordo, e non credo sia giusto tacere: c'è troppa confusione, in giro, e non è possibile che l'amicizia e la solidarietà fra cattolici militanti prevalga sulla necessità di fare chiarezza.

Qua tutto il testo dell’intervista, che vale la pena commentare nel dettaglio.

«L’Agenda Monti sulla famiglia è una buona mappa su cui lavorare» premette il presidente del Forum delle associazioni familiari, Francesco Belletti. Nel testo programmatico presentato dal premier, ci sono molte parole d’ordine assai care a chi da anni si occupa di natalità, asili nido, assistenza ai non autosufficienti, conciliazione tra casa e lavoro. «Eppure manca ancora un aspetto per noi fondamentale: il fisco. Su questo, le famiglie italiane hanno pieno titolo per far sentire la loro voce» osserva Belletti.

Se le priorità del forum sono solamente welfare e asili nido, assistenza ai non autosufficienti e conciliazione casa-lavoro, qualcuno mi spieghi che senso ha l’esistenza stessa del forum delle famiglie: tanto vale fare politica attiva nel Pd, o in SEL. E’ noto che i migliori asili nido d’Italia sono in Emilia Romagna, per esempio. E sicuramente SEL è fortemente intenzionata a garantire il welfare così com’è, forse meglio di altre forze politiche. E quale sarebbe il contributo originale del Forum? Chiedere politiche fiscali a favore della famiglia? E basta? Pare di sì.

Eppure anche su quello ci sono delle contraddizioni. Sappiamo tutti che il Forum ha fatto la voce grossa attaccando Giovanardi – che nel governo precedente aveva le deleghe alla famiglia – perché non erano stanziati soldi per il fattore famiglia, cioè il governo precedente non aveva previsto sgravi fiscali alle famiglie per svariati miliardi di euro. Giovanardi aveva approntato un Piano famiglia, che doveva essere oggetto di un accordo con le regioni: il fattore famiglia era previsto nel Piano, da attuare in futuro appena la situazione economica lo avesse permesso.

L’attuale ministro con deleghe alla famiglia, Andrea Riccardi, ha portato il Piano all’accordo con le regioni, togliendo due punti dal testo Giovanardi: il fattore famiglia – che quindi è escluso pure da qualsiasi programmazione futura – e il riferimento alla definizione di famiglia come prevista dalla Costituzione, cioè “naturale” (aggettivo voluto all’epoca da Togliatti, che quindi, buon’anima, è riuscito a fare meglio del fondatore della Sant’Egidio), basata sul matrimonio fra un uomo e una donna.

Uno pensa che il forum sbraiti, protesti, tuoni….e invece? Invece dopo alcune proteste sussurrate, eccolo qua, il seguito dell’intervista al Presidente del forum:

Cosa funziona nella mappa ideata dall’Agenda Monti? E cosa invece non vi convince?

La parte dedicata alla famiglia è in sintonia con le decisioni del Piano nazionale in materia, approvato da questo stesso governo. Si tratta di un disegno organico che riconosce la famiglia come soggetto rilevante del sociale, mettendo direttamente in agenda diverse istanze che da tempo portiamo avanti. Ciò che ancora manca è la collocazione della famiglia come motore di sviluppo, in grado di generare ricchezza dentro la comunità. Quanto al metodo, a tutti chiederemo obiettivi chiari in tempi certi.

Non crede sia decisivo capire con che risorse si faranno determinate politiche?

Non si può valutare un documento come questo sulla base degli impegni di spesa. Siamo davanti a una lista di priorità: per ora apprezziamo sicuramente il riferimento alla creazione di asili nido in una dimensione innovativa. L’offerta di servizi per i bambini più piccoli in futuro dovrà andare al di là delle formule tradizionali, dando impulso a progetti aziendali e condominiali che consentano alle donne di conciliare lavoro e famiglia. Su questi temi, siamo in piena sintonia con il premier.

Non si parla invece di Fattore famiglia...

Questo è il punto. Manca una politica finalizzata all’equità fiscale in ambito familiare, senza la quale non è possibile nessuna ripresa economica. Siamo ancora lontani da questo obiettivo e su questo tema l’Agenda Monti va migliorata e integrata. Non si può parlare di alleggerimento della pressione fiscale solo per imprese e lavoratori. Garantire meno tasse a chi ha più figli è un modo per sanare una grande ingiustizia, non è una questione di welfare.

Se l’orizzonte del premier resta l’Europa, cosa può dire l’Italia in materia di politiche familiari?

Molto, credo. Quando l’Europa difende un modello di sviluppo sociale che mette al centro la persona e difende la natalità, la prospettiva è quella giusta. Penso che, sulla partita della famiglia, avremmo un dna virtuoso da comunicare anche nei palazzi della Commissione europea, a partire dall’identità giuridica della famiglia che va preservata in tutte le sedi.

In questa intervista il Piano Famiglia è attribuito al governo Monti, anziché a Giovanardi, e non si fa nessun cenno alle modifiche sostanziali fatte da Riccardi: l’eliminazione del fattore famiglia non viene menzionata, e non ci sono neanche cenni alla difesa del matrimonio, a meno che non vi si alluda oscuramente con la formula “identità giuridica della famiglia” .

Qua non è questione di appoggio o meno a Monti, a Prodi o a Berlusconi, qua è in gioco il senso dell’esistenza delle realtà dell’associazionismo cattolico: se non sono chiari gli obiettivi da difendere, e da difendere sempre, con qualunque governo e con qualunque ministro, il rischio è di avere atteggiamenti diversi, più o meno accondiscendenti, a seconda delle opinioni politiche del gruppo dirigente di turno. La conseguenza è, chiaramente, la totale irrilevanza: quanto sarà significativa la richiesta del forum di avere più asili nido, in appoggio all’agenda Monti, se è identica alla richiesta di Bersani e se c’è solo quella? E il matrimonio – non dico addirittura religioso, che tanto oramai quello non lo difende più nessuno – ma almeno civile, sta ancora a cuore a qualcuno?

Con un’impostazione del genere non si sarebbe mai fatto il family day: è evidente.

Ma almeno una parolina in difesa del matrimonio, una richiesta di impegno, o almeno – almeno!!!! – di chiarimento sulla posizione sulle unioni di fatto, a chi aspira a “salire” in politica, ce la aspettavamo. Invece qua c’è un appoggio a prescindere. E allora, che senso ha che i cattolici si impegnino in politica? Per chiedere più asili nido?