adesso pure le minacce
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La lunga guerra fra la magistratura e la politica segna ancora una volta un punto a favore del partito dei giudici.
Stanotte, proprio in queste ore, stanno prelevando Eluana Englaro dalla clinica di Lecco per portarla a Udine, dove sarà fatta morire di fame e di sete.
Si, perché per chi non l’avesse ancora capito, quella di Eluana Englaro è l’ennesima autoaffermazione della magistratura, che anziché preoccuparsi di farle rispettare, le leggi, le vuole fare. Il partito dei giudici, giustamente, viene detto, e all’inaugurazione dell’anno giudiziario, sabato scorso, l’abbiamo sentito. Toni perentori e tanta arroganza. Le nostre sentenze non si toccano, non si giudicano, non si criticano, si eseguono e basta: questo il loro messaggio (andatevi a leggere quello che ha detto Grechi, Presidente della Corte di Appello di Milano, anzi, Prof. all’Università Cattolica, vergogna, vergogna, vergogna!).
Sufficiente a tranquillizzare la Clinica “La Quiete”, che, nello stesso pomeriggio ha dato prontamente l’OK, e forte della benedizione dei giudici, solo 48 ore dopo ha fatto partire l’ambulanza per prelevare Eluana.
Parlano di una sentenza da rispettare, per il caso Englaro, quando invece è un decreto quello che permette a suo padre di farla morire di fame e di sete. Non è differenza da poco: quel decreto – della corte di appello di Milano – non è definitivo, perché per sua natura può sempre essere modificabile. E poi non obbliga nessuno ad eseguirlo. Autorizza, ma non obbliga.
Il problema è che quando qualcuno ci ha provato, a chiedere di modificarlo, i giudici hanno detto che no, chi l’aveva chiesto non poteva farlo, non aveva titolo, non era legittimato. E non sono entrati nel merito, cioè non hanno risposto alle contestazioni.
Lo ha chiesto la procura di Milano, a luglio, di rivedere il decreto, ma i giudici hanno risposto che il fatto di Eluana è cosa fra privati, non di interesse pubblico e quindi la procura non poteva chiedere niente.
Poi lo hanno chiesto trentaquattro (diconsi trentaquattro) associazioni di familiari di malati in stato vegetativo alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo, ma anche questa ha risposto che le associazioni non erano legittimate a farlo. In fondo, Eluana non era mica iscritta a nessuna delle associazioni. Che c’entrava con loro? No iscrizione? No ricorso.
Come se le associazioni di reduci di campi di sterminio non potessero rappresentare i morti perché questi non erano iscritti al momento del decesso.
E allora chi potrebbe contestare il decreto, chi potrebbe impugnarlo, secondo la legge? Il tutore (suo padre) e il curatore speciale, l’avvocato Franca Alessio, che è stato nominato per fare da contraddittorio al tutore, e che invece è d’accordo con lui. Il risultato è stato un processo incompleto, monco, in cui le due parti che si dovevano contrapporre (un po’ come accusa e difesa, nei processi) hanno sostenuto la stessa tesi, e nessuno quella opposta.
Poi sono state raccolte nuove testimonianze, che contraddicono quelle accettate dalla Corte di Appello, ed è stato presentato un esposto alla Procura di Milano.
Ma evidentemente a Milano i giudici scarseggiano, oppure l’esposto si è perso, oppure tutte e due le cose insieme.
E quindi in nome della legge Eluana Englaro sarà fatta morire di fame e di sete, in nome di una volontà mai scritta, solo dedotta, e solo da alcuni.
Eppure, a sentire i racconti di suo padre, sembra che stessero sempre a parlare di stati vegetativi e di coma: e come mai non ha lasciato neanche non dico una lettera ma un appunto, un bigliettino, un disegno, uno scarabocchio, niente di niente?
Vi invito a leggere questo editoriale, scritto da me su Avvenire giovedì scorso, e il comunicato di ieri di Eugenia Roccella (oggi ha scritto una lettera analoga sul Corriere).
Mentre scrivo, è ripartita l'ambulanza da Lecco. C'erano persone a protestare. Qualcuno ha urlato "Eluana, svegliati!", qualcun altro si è sdraiato sul cofano dell'autoambulanza per non farla ripartire. Ma l'ambulanza è partita, e si è portata via Eluana per sempre.
Sono andati a prendere Eluana nel pieno della notte, come ladri, per rubare una vita (l'ha detto anche l'assessore regionale Boscagli). Perché non sono andati di giorno? Qual è il problema? Si vergognano? Sarebbe ora.
ELUANA: ROCCELLA, QUELLO DI GRECHI E' UN TONO DITTATORIALE |
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ELUANA: GRECHI, POTERI NON INTERFERISCANO TRA LORO |
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ELUANA: GASPARRI, EVERSIVE DICHIARAZIONI PRESIDENTE GRECHI |
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ELUANA: GASPARRI, SPERO GRECHI VENGA PUNITO |
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...c'è un Governatore in Lombardia!
ELUANA: FORMIGONI, PER ORA NON OTTEMPERIAMO SENTENZA TAR
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Oggi i sostenitori della morte di Eluana per fame e per sete sono riusciti rispettivamente a:
1. Mettere in difficoltà il Pd in due regioni – Emilia Romagna (molto divertenti le considerazioni dall’Officina delle Idee) e Piemonte
2. In particolare spaccare il Pd piemontese
3. Far pronunciare alcuni del Pd – piemontesi – riguardo alla legge sul “fine vita”, per la “necessità di assicurare l’alimentazione e l’idratazione, almeno fino a che la loro assimilazione avvenga senza difficoltà”, cioè contro la proposta di Ignazio Marino. Hanno quindi dimostrato (come è ovvio che sia) che il Pd su questi temi non è così compatto come Marino vorrebbe far credere.
4. Impedire al Pd nazionale, riunito a porte chiuse, di votare al proprio interno una proposta, per non contarsi.
5. Sempre all’interno del Pd, sono riusciti a trovare la seguente mediazione (dall’agenzia Adnkronos delle 19.26): “La mediazione tra laici e cattolici del Pd e' stata trovata sul garantire a tutti idratazione e alimentazione artificiale (che sono "atti medici" e non terapie) ad esclusione di chi abbia specificato di non volerli nel caso in cui si trovasse nella condizione di Eluana”. Cioè la morte per fame e sete è proibita tranne per chi la vuole. Ma che significa? Che c’era pure qualcuno a favore della sospensione di idratazione e alimentazione anche per chi non lo chiede??? E che mediazione è?
Intanto la storia sembra ripetersi in Puglia, e segue il solito schema: un gruppetto assolutamente minoritario pensa che far morire Eluana nella propria regione sia un atto di civiltà, vanto per la propria terra e soprattutto senza costi sul piano politico, o dell’opinione pubblica.
Tale gruppetto invita Eluana in regione, paralizzando per l’imbarazzo la maggioranza che governa, qualsiasi essa sia. Allora i proponenti gridano allo scandalo, all’arretratezza dell’Italia in tema dei cosiddetti “nuovi diritti”, contro il Vaticano (che ci sta sempre bene), e continuano a non chiedersi perchè ci sono tanti problemi, e perché non viene così naturale far morire qualcuno di fame e di sete. In altre parole, continuano a fare lo stesso errore di quelli che hanno perso il referendum sulla legge 40: inveiscono contro il nemico che li ha sconfitti, ma non si chiedono mai il perché.
N.B.: particolarmente surreale – ma comprensibile - l’intervento della curatrice Franca Alessi, che dopo tanti annunci a vuoto si è stufata.
A.A.A. Cercasi clinica. Astenersi perditempo
ELUANA: CURATRICE, SI' A DISPONIBILITA' MA NO PERDITA TEMPO |
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(ER) ENGLARO. IN PROVINCIA IL PD RIESCE A EVITARE LA DISCUSSIONE |
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CASO ENGLARO: PD PIEMONTE, SERVE PAUSA, NO INUTILE GUERRA DI RELIGIONE = |
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Giornata di ordinaria follia, oggi. La notizia è sparata in tarda mattinata: il Ministro Maurizio Sacconi è indagato per violenza privata aggravata. Il reato sarebbe nella presunta intimidazione nei confronti della Casa di Cura Città di Udine, che – dopo l’atto di indirizzo emanato dal Ministro ed alcune sue dichiarazioni – ha ritirato la disponibilità ad accogliere Eluana per farla morire di fame e di sete.
La denuncia è stata presentata da alcuni dirigenti radicali: Antonella Casu, di Radicali Italiani, Marco Cappato, della Luca Coscioni, e pure Sergio D'Elia, dell'Associazione "Nessuno tocchi Caino", che d'ora in poi potremmo pure chiamare "però tutti addosso a Sacconi".
Ieri il rifiuto della Casa di Cura. Oggi, con un tempismo esemplare (considerando che è pure sabato) si è saputo che la Procura di Roma, ricevuta la denuncia, ha deciso di non archiviare il caso (avrebbero potuto farlo) e di iscrivere il Ministro Sacconi nel registro degli indagati. Evidentemente in Procura hanno il dubbio che Sacconi possa avere effettivamente usato violenza privata aggravata (ripeto: violenza privata aggravata).
Siamo al puro delirio.
Un Ministro emana un atto di indirizzo per ricordare che, secondo una Convenzione internazionale che l’Italia sta ratificando, non è lecito sottrarre alimentazione ed idratazione ad un disabile, e che succede? Viene denunciato per violenza privata aggravata, e c’è pure qualcuno che prende sul serio la denuncia.
Nel frattempo, invece, Franca Alessio, la cosiddetta “curatrice speciale” di Eluana – quella che dovrebbe fare da contraddittorio a Beppino Englaro, ma piuttosto ne fa l’eco – dichiara che, se non si trova un altro posto dove far morire Eluana, allora bisognerà obbligare qualcuno a sospenderle nutrimento e idratazione, magari nella stessa clinica dove è adesso.
Chissà, magari diranno che devono essere proprio le suore a fare morire Eluana di fame e di sete.
E’ ovvio che una pretesa del genere non ha alcun fondamento. La sentenza autorizza a sospendere nutrizione e idratazione ad Eluana, non obbliga nessuno a farlo. E d’altra parte: ve li immaginate, i carabinieri che costringono le suore a staccare il sondino? Roba da matti.
Decine e decine le dichiarazioni di solidarietà al Ministro Maurizio Sacconi, soprattutto da esponenti del PdL. Con Beppino Englaro, i radicali e il solito Ignazio Marino. Dal Pd – a parte Paola Binetti, solidale con Sacconi, e Maria Pia Garavaglia – un silenzio totale. Colmo di imbarazzo. (A quelli del Pd evidentemente non è bastata né la sconfitta al referendum sulla legge 40, e neanche la figuraccia con i DICO e il Family Day. Quando capiranno che con i radicali dentro il partito hanno tutto da perdere e niente da guadagnare?)