04 Settembre OMS e gene editing
Lo scorso luglio sono stati presentati tre rapporti elaborati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) riguardo il gene editing, la tecnica di manipolazione genetica che consente di intervenire sul Dna con una precisione senza precedenti grazie a recenti innovazioni come il Crispr-Cas9, la “forbice” molecolare con cui è possibile fare un “taglia e cuci” microscopico e chirurgico del Dna delle specie viventi, e che è valsa il premio Nobel per la Chimica, nel 2020, a Jennifer Doudna e Emmanuelle Charpentier. Il primo,“ Human genome editing: a framework for governance” (Editing del genoma umano: un contesto operativo per la governance), presenta un quadro di riferimento all’interno del quale costruire strumenti e procedure per monitorare a livello internazionale l’evoluzione delle applicazioni di questa tecnica. Il secondo, “Human genome editing: recommendation”, individua in nove punti altrettante linee operative, per attuare le indicazioni sulla governance del primo testo. I due documenti sono stati sintetizzati in un terzo, di sole sei pagine: “Humane genome editing: position paper”.
Con questa operazione, l’Oms si è attribuito il ruolo di riferimento mondiale per la governance del gene editing sull’umano. Per continuare a leggere il mio articolo su Avvenire, clicca qui.