B16, Roccella, Welby

B16, Roccella, Welby


IERI SERA IL PAPA…. Ieri alla Veglia di preghiera per la vita nascente, in San Pietro a Roma, il Papa, oltre all’omelia in cui ha ribadito che ogni vita umana ha una dignità altissima, ha proposto una preghiera composta da lui proprio per questa occasione, molto bella. Testo di omelia e preghiera potete trovarli qui, sul sito di Avvenire. Piccolo gossip: alle sette e mezzo, a Veglia appena finita, leggo sulle agenzie che il Papa si è fermato a salutare Eugenia Roccella, (Sottosegretario alla Salute) e che l’ha incoraggiata a continuare il suo lavoro per la vita. Allora l’ho chiamata, per chiederle com’era andata: sapevo che era alla Veglia, ma non mi aveva detto che avrebbe incontrato il Papa. Lei era molto stupita che i giornalisti si fossero accorti del saluto – “non è stato il mio primo incontro a tu per tu con Benedetto XVI, ma sono sempre stati in forma privata, e comunque non lo sapevo prima: è stata una bellissima sorpresa”, mi ha detto. E’ stata accompagnata dal Papa, per un saluto, dal Card. Vallini e dal Card. Antonelli. Il Papa l’ha ringraziata per il suo lavoro in politica, in difesa della vita e della famiglia, e l’ha incoraggiata ad andare avanti. E lei ha risposto che il coraggio le veniva da lui, dal Papa, e che era lei, quindi, che lo doveva ringraziare!!! Quando me l’ha raccontato era ancora molto commossa. Ve l’ho detto con qualche dettaglio in più rispetto alle agenzie, perché è anche un incoraggiamento per tutti noi, per il contributo di ciascuno alla Buona Battaglia. FAZIO-SAVIANO e FATELI PARLARE Sulla trasmissione di Fazio e Saviano si è scritto pure troppo. Il loro voler negare la parola ai disabili e ai loro familiari la dice lunga su quanto siano liberali e democratici. D’ora in poi, quando qualcuno non vuole far parlare qualcun altro, gli si potrà dire “ma che sei diventato come Fazio e Saviano?” Sulla faccenda, in generale, rimando a quanto scritto da Antonio Socci. In particolare, però, vorrei precisare una cosa, riguardo soprattutto alla faccenda di Welby. La sua è stata una battaglia per l’eutanasia: la sua prima uscita pubblica, la lettera al Presidente della Repubblica Napolitano, era una richiesta di eutanasia. Una volta che gli è stato risposto che in Italia la legge non lo consentiva, lui ha chiesto di interrompere la cura che lo teneva in vita, cioè la respirazione artificiale. Secondo la legge italiana, è lecito rifiutare o rinunciare alle terapie, anche se questa rinuncia porta alla morte. L’ambiguità della battaglia di Welby è stata evidente quando il Dr. Giuseppe Casale gli ha proposto un percorso che lo avrebbe accompagnato alla morte, ma non eutanasico, e che Welby ha rifiutato. Casale gli aveva proposto quanto segue: sarebbe stato sedato, una sedazione solo per lenire la sofferenza e non per accelerare la morte, una sedazione da cui si poteva sempre tornare indietro. Welby - che fino ad allora si era alimentato naturalmente - aveva già dichiarato di non accettare qualsiasi forma di alimentazione artificiale: dopo la sedazione quindi non si sarebbe neppure più nutrito, e in breve sarebbe arrivato in prossimità della morte. A quel punto Casale gli avrebbe tolto la ventilazione artificiale, e Welby sarebbe morto, senza provare dolore. Qua la lettera del dr. Casale in cui viene spiegato tutto.  Ma Welby ha rifiutato questa proposta. Lui voleva morire in modo ben preciso: sedato e subito staccato dal respiratore, velocemente. Un'azione ben precisa. Non solo: i radicali hanno denunciato Casale, perchè si era rifiutato di eseguire le volontà di Welby. Ma perché Welby ha agito così? Perché la sua battaglia era per dimostrare che i dottori devono poter eseguire le volontà dei malati, sempre e comunque, come fossero impiegati o dipendenti qualsiasi, senza mettere in gioco scienza e coscienza: la battaglia di Welby era per dire che la volontà del malato dovrebbe prevalere sempre sulle valutazioni e sulla professionalità del medico. Per questo la sua era sostanzialmente una battaglia sull’eutanasia, anche se, per condurla, Welby ha chiesto di rinunciare alle terapie, cioè alla ventilazione artificiale.