Adriano Sofri vuole fare la morale….

Adriano Sofri vuole fare la morale….


Anche oggi (venerdì) Adriano Sofri in prima pagina su Repubblica ha scritto un articolo molto violento contro Berlusconi. Ultimamente ne ha scritti altri così grevi, sulla vicenda di Eluana Englaro, essendo lui d’accordo nell’interrompere alimentazione ed idratazione assistita.

Adriano Sofri, fondatore e leader carismatico di Lotta Continua, è stato condannato in via definitiva: la giustizia italiana, in tutti i gradi di giudizio, lo ha riconosciuto colpevole in quanto mandante dell’omicidio del commissario Calabresi.

Adriano Sofri si è sempre dichiarato innocente. Liberissimo lui di farlo, naturalmente. Liberissimi noi di dubitare della sua innocenza, e di ricordargli sommessamente che c’è una certa differenza fra essere sospettato di andare a puttane, ed essere condannato in via definitiva come mandante di un omicidio.

E lui stesso, comunque, pur ritenendosi innocente dal punto di vista penale per l’omicidio Calabresi, si considera corresponsabile per quel che ha scritto e fatto a quei tempi. Che ha da moraleggiare, allora?

Adriano Sofri non è scappato ed è andato in galera, quando è stato riconosciuto colpevole, ma non mi pare che per questo debba essere trattato come un eroe.

Non è questione di essere vendicativi con chi ha sbagliato. Pagati i propri debiti con la giustizia, si ha certamente diritto di parola. Ma a mio avviso il massimo del moralismo ipocrita, e insopportabile, è leggere Adriano Sofri che consiglia Berlusconi di lasciare la politica, che “non è mai stato l’affar suo”, con un “dignitoso congedo”, per il quale “venti minuti al Quirinale sarebbero perfino troppi”. Sì, lo scrive proprio lui, Adriano Sofri, lui che in politica ha rappresentato il peggio del peggio, la peggiore gioventù del nostro paese, quella che il giorno dopo l’uccisione di Calabresi titolò il pezzo dedicato all’omicidio, su Lotta Continua “Giustizia è fatta”.

E se Sofri pensa che uno come Berlusconi dovrebbe lasciare la politica, cosa dovrebbe fare lui stesso, Adriano Sofri, se usasse su di sé i medesimi criteri di giudizio che usa per Berlusconi?

Adriano Sofri, per definizione innocente, solo perché fa parte della casta, quella giusta, quella vera, quella degli intellettuali raffinati pensosi colti e chic sinistreggianti, signora mia, che non se ne trovano più.

Come direbbe Totò: ma mi faccia il piacere……