a proposito di Giacomo Rocchi e del Comitato Verità e Vita

a proposito di Giacomo Rocchi e del Comitato Verità e Vita


Non ho mai risposto agli attacchi personali di quelli del Comitato Verità e Vita, perché trovo molto stupido un atteggiamento tanto divisivo da parte loro nei confronti di tanti cattolici, come me, impegnati in prima linea, e che condividono le stesse battaglie, ma le conducono in modi diversi.

Ma stavolta voglio spiegare a tutti i termini della questione, visto che pare che la battaglia pro-life di Giacomo Rocchi consista nell’attaccare me.

Giacomo Rocchi mi attacca – due post di seguito, annunciandone altri – perché ho detto che in  Italia con la 194 l’aborto non è un diritto.

Ma Giacomo Rocchi dovrebbe ben sapere che questa affermazione non è mia: la fonte, le persone da cui l’ho imparato, sono due giuristi cattolici di riferimento per tutti noi, come i Prof. Luciano Eusebi e Filippo Vari.

Perché il Comitato Verità e Vita non attacca loro, mai, e invece lo fa con me?

E’ semplice: perché Giacomo Rocchi e il Comitato Verità e Vita scelgono bene le persone da colpire, e stanno bene attenti ad evitare di farlo con quelle più in vista, da cui possono venire problemi. Preferiscono prendersela con gente come me, che sanno non li danneggerà mai.

L’ultima dimostrazione della loro selettività è di questi giorni: è il silenzio assordante di Giacomo Rocchi e del Comitato Verità e Vita sulla faccenda dei fondi ai programmi di salute riproduttiva che Ignazio Marino ha annunciato all’ONU come possibili, da parte del Ministero di Andrea Riccardi. Giacomo Rocchi e il Comitato Verità e Vita sono stati bene attenti a non chiedere neppure chiarimenti a Riccardi o a Marino; oppure su quando lo stesso Ministro Riccardi ha cancellato dal piano famiglia (predisposto da Giovanardi) il riferimento costituzionale alla definizione di famiglia, oltre al “fattore famiglia”, e potrei fare un lungo elenco di notizie taciute e di battaglie non fatte, a fronte di attacchi mirati ai soliti noti.

Ma torniamo a noi: se fosse vero quel che sostiene Giacomo Rocchi, e cioè che l’aborto secondo la 194 è un diritto, allora avrebbero ragione quelli che si oppongono all’obiezione di coscienza, i quali sostengono che il diritto all'obiezione vada bilanciato con il rispetto del diritto all'aborto, visto che si tratta di due diritti equivalenti. 

Giacomo Rocchi non sa, o non vuol sapere, che la risoluzione al Consiglio di Europa a favore dell’obiezione di coscienza c’è stata anche perché Luca Volontè ed Eugenia Roccella, in Europa, hanno spiegato proprio questo: secondo la legge italiana l’aborto non è un diritto, e bisogna distinguere l’accesso all’aborto – previsto dalla legge – dal diritto all’aborto – che la legge non prevede. Quindi non si tratta della contrapposizione fra due diritti – quello all’obiezione di coscienza e quello all’aborto – ma di un diritto – l’obiezione di coscienza – contro l’accessibilità a quello che la legge considera un “intervento sanitario”.

Per combattere una legge bisogna innanzitutto conoscerla. Urlare “non la voglio, perché è ingiusta” (io l'ho fatto nel referendum del 1981, quello che abbiamo perso), lascia il tempo che trova e non porta a niente, anche se ha indubbiamente alcuni vantaggi: non ci si espone in modo pericoloso, e ci si sente a posto con la coscienza.

E se invece, come pare, il problema di Giacomo Rocchi è che io non attacco sufficientemente la 194, che andrebbe cambiata, allora gli chiedo: perché non si scaglia mai contro i parlamentari cattolici di lungo corso, come ad esempio Luca Volontè, Alfredo Mantovano, Rocco Buttiglione? Perché non chiede loro cosa hanno fatto per cambiare la legge 194, in tante legislature? Forse non l'hanno fatto perchè non era una strada praticabile: per cambiare una legge non basta depositare un testo per una proposta diversa e lasciarlo nei cassetti (quello lo sanno fare tutti), bisogna lavorare per calendarizzarla, e soprattutto costruire maggioranze, o comunque trovare gruppi di parlamentari disposti a battersi per questo.

Sono veramente stufa di questi attacchi divisivi, arroganti e anche un po’ vili.

D’ora in avanti segnalerò tutte le volte che Giacomo Rocchi e il Comitato Verità e Vita tacciono o evitano di colpire persone importanti o considerate “amiche”.